Proprio nessuno al mondo sembra essere disposto a credere nella sua esistenza: il calamaro gigante compare e ricompare nei racconti di marinai ed esploratori, ma viene sistematicamente rifiutato da scienziati e teorici. La sua esistenza è così straordinaria che sembra incredibile, eppure è la prova che l’unico limite reale alle meraviglie del mondo è la nostra immaginazione. A volte, e lo scopre molto presto Fabio, noi esseri umani siamo davvero tristemente ciechi a credere che qualcosa di straordinario possa far parte del mondo reale e presente qui sulla Terra.
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Quando sei alle elementari e la maestra ti chiede di disegnare il tuo animale preferito, non hai che l’imbarazzo della scelta: gatti, cani, canarini, pappagalli. Eppure, secondo Fabio, c’è un animale più strabiliante di tutti quelli che riempiono le pagine a quadretti e i sogni dei suoi compagni: cosa potrà mai un gattino, per quanto adorabile, di fronte alla maestosità del calamaro gigante? La sua maestra non è dello stesso avviso. Insomma, chi mai preferirebbe un animale che nemmeno esiste? Un bambino strano, senza dubbio.
A quanto pare la fantasia nei bambini è preziosa e dobbiamo incoraggiarla, ma solo quando riusciamo a comprenderla.
Il grande protagonista di questo romanzo è lui: un mostro marino, padrone degli abissi e delle favole che hanno veleggiato per secoli sui ponti delle navi tra marinai terrorizzati e pronti a giurare di aver visto qualcosa cui nessuno sulla Terra ferma era disposto a credere.
Il piccolo Fabio non è che l’ultimo di una lunga fila di uomini e donne scherniti ed emarginati per aver creduto in qualcosa che, fino a prova contraria, non solo non esisteva, ma non poteva esistere.
Sì, perché l’uomo, che ha costruito navi per spostarsi da una parte all’altra del mondo, e ha inventato tecnologie che gli danno l’illusione di possederlo e controllarlo, si arroga il diritto non solo di affermare che qualcosa non esista, ma anche di decidere che non possa assolutamente esistere. Non importa quanti marinai giurino di averlo visto, quante prove maleodoranti nella storia siano state raccolte e presentate: un animale così grande non può vivere nel mare, punto. Perché, dai, l’avremmo visto, no?
E, invece, il calamaro gigante esiste eccome. E non è nemmeno l’essere più straordinario di questo mondo. Però, forse non vediamo lo straordinario non perché non ci riusciamo e basta, ma perché ci gira volutamente al largo. Noi essere umani, in fondo, così miopi e testardi, siamo assolutamente noiosi e ordinari, indegni di attenzione.
Pochi sono coloro che hanno avuto modo di osservarlo da vicino: uomini e donne disposti a mettere i propri sogni davanti a tutto, davanti al buon nome o a una vita tranquilla, pronti a partire per mondi sconosciuti per conoscere se stessi, felici di stupirsi e di smettere di credere in quanto hanno riposto fiducia sino a quell’istante. Questi sono gli esseri umani straordinari al fianco dei quali il calamaro gigante è disposto a nuotare e davanti ai quali sceglie di mostrare la propria esistenza. Uomini e donne che ogni mattino aprono gli occhi, ma li aprono davvero. Come la nonna di Fabio, che non ha viaggiato per i cinque continenti e non ha incontrato il calamaro gigante, ma che ogni sera è disposta a credere che il suo amato marito defunto sia lì per parlare con lei e gustare il suo piatto preferito. La nonna che chiede a Fabio di spegnere le luci di casa e avere paura del buio, ma solo per un momento. Perché quel momento di paura vale tutte le stelle che il cielo adesso può mostrargli.
Recensione
La prima volta che ho visto Fabio Genovesi di persona è la stessa in cui ho scoperto i suoi libri. Era una presentazione alla Delfini di Modena e io non avevo ancora letto “Chi manda le onde”, il romanzo appena pubblicato. Lui stava seduto sul palchetto, appollaiato sullo sgabello con gli occhi pieni di storie e della voglia di raccontarle, con un postura un po’ sbilenca, come quello di un tredicenne pronto a saltar su per dire la sua o perché ha un’improvvisa voglia di scappare in cortile e giocare a pallone. È stato tutto questo a farmi iniziare a leggere i suoi libri: insomma, un adulto con gli occhi di un bambino deve per forza scrivere storie meravigliose e finora quell’aspettativa non è mai stata delusa.
“Il calamaro gigante” forse rispetto agli altri suoi libri è quello “meno romanzo”. È quasi una sintesi, narrata, della visione del mondo di questo scrittore, che tante volte lo ha ricreato con carta e inchiostro nelle storie di altri.
C’è il mare, con la sua immensità bellissima e spaventosa al tempo stesso. C’è la meraviglia per un mondo che non ha bisogno di draghi, spade laser e navi volanti per essere straordinario, perché basta guardarsi intorno per scoprire la magia nelle persone che ci circondano e nelle loro storie. E c’è il calamaro gigante, una creatura del mare, di quegli abissi nascosti e inesplorati, che emblematicamente è la prova vivente che quello che pensiamo non possa essere reale, invece, a dispetto di tutte le nostre cieche convinzioni esiste eccome. Alla faccia nostra, ecco.
Ci sono anche le storie, non preoccuparti. Quelle di don Francesco Negri, che da Ravenna parte alla volta del mondo; quella di Erik Pontoppidan, che pagò la verità raccontata sul kraken a caro prezzo; quella del capitano Goosen e Marjorie che scoprono che una specie estinta non è tanto estinta e si scontrano con la comunità scientifica che invece ci tiene proprio tanto che rimanga estinta; la storia di Mary Anning, che è sopravvissuta a un fulmine e trova fossili impossibili, ma è una donna e quindi la sua voce non è rilevante. Ci sono le storie di tanti altri che non si sono mai fermati davanti all’incredulità, agli insulti, a un perentorio ma irragionevole “non è possibile”, che non hanno mai pensato “ormai è tardi”.
Infine, mescolata a tutte queste storie di esploratori, pionieri e studiosi, c’è quella di Fabio, che una sera in montagna a casa della nonna, mentre avrebbe voluto tanto essere al mare, si accorge che le stelle splendono ogni notte anche quando non le vediamo, che non dobbiamo per forza avere una cosa davanti agli occhi per credere nella sua esistenza, che tutti siamo strani ma solo alcuni hanno il coraggio di esserlo con convinzione.
Tu hai già letto questo o altri libri di Fabio Genovesi? Fammelo sapere nei commenti!
Buone letture!